16.08.2018
Interclub, quando il tennis diventa uno sport di squadra
Dopo la semifinale raggiunta lo scorso anno, il TC Chiasso è riuscito nell'impresa di bissare lo stesso risultato anche nel 2018, andandosi a giocare la possibilità di disputare la finalissima dell'Interclub di LNA femminile. Nella difficile sfida con il Grasshopper, le ragazze guidate da Matteo Mangiacavalli non sono però riuscite a centrare l'exploit, salutando la competizione con un chiaro 5-1. La bella vittoria della brasiliana Goncalves sull'esperta Von Deichmann ha solo illuso le chiassesi, che non hanno più saputo mettere a segno altre vittorie. In seno alla squadra non vi è però nessun rammarico. Le giocatrici hanno l'impressione di avere dato tutto e il punteggio dello scorso weekend pare quasi bugiardo, dato che sono state capaci di tenere viva quasi ogni sfida.
Protagoniste della squadra, anche due ticinesi: Susan Bandecchi e Kim Fontana. Entrambe raggianti per il risultato ottenuto, le due giovani hanno però vissuto quest'avventura in modo decisamente diverso: una in campo, l'altra da... tifosa. Kim è infatti alle prese con un fastidioso problema alla spalla, che, da quasi un anno ormai, la tiene lontana dalle competizioni. «Avrei dovuto tornare a giocare nell'Interclub - ci racconta la diretta interessata - ma a causa dell'infortunio ho dovuto ancora rimandare il ritorno in campo. Il mio è stato un ruolo più da supporter. Si impara tantissimo anche così e le bellissime persone presenti in squadra mi hanno dato molto.» Proprio lo spirito di squadra pare essere stato l'arma in più per questo TC Chiasso, sulla carta tecnicamente inferiore alle avversarie: «Ci siamo divertite tanto - assicura Susan - sia dentro, che fuori dal campo, e penso sia questo lo scopo: fare parte di un gruppo dove se vinci o perdi non importa, perché non dipende solo da una persona, ma da tutta la squadra e dal sostegno che riesci a dare.»
Magia dell'Interclub, dove delle sportive forgiate dall'individualità della loro pratica si ritrovano a fare squadra insieme e ad affrontare sfide inedite, contro giocatrici di altissimo spessore, come nientemeno che Timea Bacsinszky. Un'occasione unica, in cui trovare nuove risorse: «Mangiare e dividere lo spogliatoio con Timea ti fa quasi sentire più forte - spiega divertita Kim - Ti rendi conto che anche queste tenniste sono persone normali e fa impressione vederle lottare con grinta su ogni punto.» Susan Bandecchi non ha avuto l'occasione di giocarci contro, ma ha comunque affrontato tenniste di caratura internazionale, come l'italiana Georgia Brescia e la lussemburghese Mandy Minella: «Con Georgia è stato un risultato un po' fasullo (ndr: 0-6, 3-6, il 2 agosto contro il Nyon), in tantissimi game siamo andate ai vantaggi. Però, vuoi per l'esperienza e per il tipo di gioco, alla fine li portava sempre a casa lei... Sicuramente è una sfida che mi è servita e mi servirà. Sono stata contenta della partita fatta in semifinale contro Minella: anche se ho perso, ho visto che non c'è troppa differenza tra me e lei. Ovviamente la strada è lunga, ma mi sentivo alla pari mentre giocavo. Davvero una bella sensazione.»
Chiusa la positiva esperienza 2018, una domanda si impone alle due ticinesi: le vedremo in campo pure l'anno prossimo, per tentare magari di raggiungere la finale? Pochi i dubbi per entrambe: «Sicuramente, se mi richiederanno di giocare l'anno prossimo, non dirò di no! - risponde Susan - È stata un'esperienza unica e terrò dentro di me ogni momento. E poi so che il Tennis Club Chiasso punta ad avere una squadra che sia sempre la stessa, da qui a diversi anni, quindi spero davvero di farne ancora parte l'anno prossimo e non solo.» Per la campionessa svizzera U18 del 2017, la risposta è analoga, pur restando i dubbi sulle condizioni fisiche: «Spero di giocare e di non essere solo in supporto da bordocampo.»
Vista l'intesa e il potenziale delle due giovani amiche, ci chiediamo se non sia immaginabile di vederle un giorno anche a difendere i colori di un ipotetico Team Ticino, sulla scorta dell'esperienza avviata in campo maschile proprio in questa stagione. «Chiaramente dovremmo scendere a un livello più basso - sottolinea Kim Fontana - ma sarebbe bello. Come già lo vivo nel Chiasso, rispetto alla mia esperienza in LNB nello Zofingen, rappresentare il posto da cui si viene è qualcosa di speciale e più personale. Giocare con persone che conosci da anni ti dà qualcosa in più, c'è più unione. Penso che possa contribuire a ottenere migliori risultati.» Pure Susan vede indubbiamente di buon occhio quanto creato in campo maschile, riconoscendo però i limiti di una versione al femminile: «Mi piacerebbe, ma sono consapevole che non è possibile. In Ticino, a giocare a livello internazionale, siamo solo io e Kim: come si può costruire una squadra femminile? Invece il Chiasso è riuscito a inserirci senza problemi, ed essendo l'unica squadra ticinese in NLA sono ancora più contenta di farne parte.»
A cura di Omar Cartulano per Rivista Corner