15.03.2019
Ylena, da un campetto momò alla conquista di Kyoto
Tre gradi centigradi, una brezza gelida, i mucchi di neve a bordocampo,
un terreno di gioco in erba sintetica parte di un centro diurno per la
terza età. Chi l'avrebbe mai detto, è in questo contesto che nel
Mendrisiotto si allena una delle più grandi promesse del tennis
elvetico, Ylena In-Albon.
La scalata del ranking - Per i suoi venti anni,
compiuti proprio la scorsa settimana, si è appena regalata nientemeno
che un posto tra le 200 migliori al mondo in virtù del successo ottenuto
all'ITF di Kyoto a fine febbraio. Noi l'avevamo incontrata a fine
gennaio, al ritorno da una trasferta negli Stati Uniti, dove aveva
raccolto i primi incoraggianti risultati del 2019, preludio alla
proficua trasferta nipponica che le ha fatto fare un balzo di più di 50
posizioni nel ranking WTA, su fino alla 183esima posizione, punto più
alto della sua ancora breve carriera. Il nostro incontro ci ha permesso
di capire che, nonostante i promettenti risultati, la vallesana ha i
piedi ben piantati per terra. Ad aiutarla a mantenere la fame di
successi è probabilmente anche il contorno del campetto di Caslaccio,
che il suo allenatore Gonzalo Vitale ha scelto per
allenare un gruppo di talenti che nella giovane elvetica vedono la
leader naturale dopo la fine della collaborazione dell'allenatore
uruguagio con l'italiana Georgia Brescia (già WTA 183). "Ylena è diventata la numero uno del gruppo" spiega Vitale, che la allena in compagnia di Svenja Ochsner, ma anche di alcuni ragazzi: "I
maschi danno quel plus in termini di forza fisica e magari di ironia in
campo, mentre le ragazze portano loro quel tocco di femminilità di cui
tutti abbiamo bisogno. Ci è voluto del tempo, ma il gruppo funziona
molto bene." Slegata da qualsiasi circolo tennistico e ben lontana
da qualsiasi riflettore, la particolare sede di allenamento, al confine
tra Castel San Pietro e Balerna, è stata in parte scelta per questioni
di opportunità, ma anche per ragioni sportivo-psicologiche: "Allenarsi
all'esterno, con qualsiasi condizione climatica, può essere un
vantaggio rispetto a chi sta per sei mesi in indoor. Nei tornei per
Ylena è eventualmente più facile adattarsi all'interno che non il
contrario per le avversarie. Inoltre per me è un fattore culturale, il
tennis si gioca di fuori."
Il mix vincente - Nativa di Visp, cresciuta tennisticamente in Romandia grazie al suo primo formatore Jean-Yves Blondel
che l'ha avvicinata anche alla cultura sudamericana, poi ritrovata nel
suo attuale allenatore, e infine trapiantata in Ticino, Ylena In-Albon
pare avere assorbito il meglio di tutte le culture. "Mi piace la
mentalità di Gonzalo, perché in Svizzera di solito tutto è preciso,
invece lui ha questo tocco sudamericano del quale ho bisogno - spiega in un perfetto italiano - Mi
piace, è bello avere più influenze, mi sento a mio agio ovunque. Penso
di essere veramente fortunata di essere qui in Ticino con questo gruppo e
con lui." Il suo allenatore, con fierezza, non ne nasconde le qualità: "Ha dentro qualcosa di latino secondo me, non di sangue, ma c'è. Ha la fantasia sudamericana, ma anche il rigore svizzero." A Ylena, stando al suo allenatore, si può chiedere moltissimo, poiché capace di andare sempre oltre il "non riesco": "Se le dici di correre un'ora, lei lo fa."
Oltre agli aspetti caratteriali, i punti di forza della vallesana sono
da ricercare nella velocità e nel buon servizio, malgrado la sua
altezza. Proprio per queste caratteristiche, a ispirarla è la rumena
Simona Halep: "Fisicamente mi assomiglia, non è alta, devo provare a giocare simile a lei."
Con la racchetta in mano da quando ha sei anni, Ylena sognava come tante
bambine di diventare una professionista. Dai 14 anni sono aumentati
sempre più i tornei, anche all'estero, e ovviamente anche le ore di
allenamento si sono moltiplicate, ma quando ha capito che il tennis
sarebbe stata una strada da provare a percorrere veramente? "Non
credo ci sia stato un momento preciso, però forse quando mi sono
trasferita in Ticino per allenarmi, forse in quel momento ho fatto un
"clic". In parallelo sto però portando sempre avanti la scuola. Non è
facile, ma a giugno completerò la maturità. Ho comunque bisogno di avere
la scuola per cambiare i pensieri, l'avere qualcosa da fare oltre al
tennis mi tiene sul pezzo." Ylena di stare ferma proprio non ne
vuole sapere e difatti, in vista del futuro, a preoccuparla è la
prospettiva di avere troppo tempo libero: "Che farò una volta finita la scuola? Credo m'impegnerò a imparare meglio le lingue, come l'italiano e lo spagnolo."
Il sostegno di Swiss Tennis - I grandi progressi
ottenuti nel 2018 dalla talentuosa vallesana hanno spinto la federazione
svizzera di tennis a puntare forte su di lei, sostenendola con una
sorta d'importante prestito diluito su tre anni, nel quadro di un
programma di supporto ai migliori talenti del paese. "Swiss Tennis è
sempre attenta a tutti i talenti locali e visti gli ottimi risultati
ottenuti nel 2018 da Ylena, ci siamo detti che è una giocatrice giovane e
promettente, sulla quale bisogna investire - spiega Alessandro Greco, direttore della sezione sport d'élite per la federazione - Chiaramente perché in futuro potrebbe fare pubblicità al tennis elvetico e anche diventare una possibile giocatrice di Fed Cup."
Swiss Tennis si è specializzata nella formazione dei ragazzi, ma
arrivati a un certo punto, gli atleti sono spinti a diventare degli
imprenditori in erba. In altre parole, con i giocatori viene instaurato
una sorta di rapporto di sponsoring per stimolarli a entrare nella top
100 mondiale. Nel caso in cui riescano nell'impresa e guadagnino
determinate cifre, gli stessi sono poi chiamati a rimborsare Swiss
Tennis negli anni a venire. "Il nostro sistema di sostegno è molto flessibile e funziona abbastanza bene - aggiunge Alessandro Greco - Ci
rendiamo conto che come federazione non possiamo fare tutto e quindi
aiutiamo gli atleti a essere degli imprenditori di sé stessi."
Un'iniziativa decisamente interessante e unica per i tennisti, che
apprezzano la possibilità di potersi appoggiare alla federazione, ma al
contempo di gestirsi in libertà. "Swiss Tennis mi aiuta per la parte
atletica, ma per il resto siamo indipendenti. Il loro sostegno è per me
fonte di ulteriore motivazione", assicura In-Albon. "Questa collaborazione è molto importante - chiosa Gonzalo Vitale - Ylena
non è una mia giocatrice, se c'è un "proprietario" è ovviamente Swiss
Tennis. Io sono la persona prescelta per fare questo percorso insieme e
sono grato alla federazione perché è sempre stata di parola."
Su dove possa arrivare Ylena In-Albon, né la diretta interessata, né il suo allenatore vogliono sbilanciarsi: "Non metto le mani sul fuoco - afferma Gonzalo Vitale - ma vedo un grande margine di miglioramento. Una crescita è possibile."
Dove possa arrivare la migliore tennista vallesana di tutti i tempi non
lo sappiamo neppure noi, ma vi invitiamo a non perdere l'occasione di
osservarla dal vivo, fra poche settimane, in occasione delle
qualificazioni al WTA di Lugano.
A cura di Omar Cartulano per Rivista Corner
Foto: In-Albon, 31.01.19 - © Omar Cartulano